Fra cronaca e calcio

91399376_676203832923259_5102027337801662464_nIl ministro dello sport Vincenzo Spadafora è appena intervenuto in Senato: “Abbiamo convocato per la prima settimana di giugno una maratona web con migliaia di ragazzi in rappresentanza di tutte le attività, per discutere insieme a loro del programma di Governo ed essere pronti ad individuare le iniziative migliori. Cambierà anche il loro modo di studiare e la socialità, ma grazie a nuove tecnologie avremo questa piattaforma per avere nuovi elementi. Tutti i ragazzi hanno diritto di partecipare per disegnare una rotta per il futuro.

Sin dall’inizio ho mantenuto rapporti con tutti gli organismi sportivi, a partire dal Coni e le federazioni. Per avere la percezione immediata per prendere giusti provvedimenti. Mi sono tenuto in contatto anche con gli altri ministri dello sport europei per una linea comune. Era inevitabile fermarsi, l’abbiamo capito anche dalle Olimpiadi, ma anche da Europei o giro d’Italia. La linea del Governo è stata sempre di prudenza e tutela della salute, le immagini delle persone portate via tornano ancora in mente, sono di poche settimane fa.

Per questo procediamo con prudenza alla riapertura. Abbiamo iniziato dall’attività motoria per gli italiani, ma anche gli allenamenti individuali. Una graduale riapertura. Stiamo lavorando senza sosta per dare risposte al mondo dello sport, anche se l’attenzione è concentrata sul calcio.

Vorrei chiarire alcuni punti. Sono consapevole dell’importanza social del calcio, sarebbe paradossale non riconoscerla, dati alla mano è un’industria importante con un giro d’affari importanti e dà al fisco oltre 1mld l’anno ma è eccessivo l’inasprimento del dialogo, anche agli occhi degli italiani che pensano alla salute. L’altro ieri sono arrivate le valutazioni del comitato tecnico-scientifico, sono numerose e ne cito tre significative: la prima sulla quarantena di squadra dopo un primo positivo senza alcun contatto, la seconda sulla responsabilità ai medici dei club, la terza sull’enorme numero di tamponi che non vada ad impattare sui cittadini.

Le osservazioni del Cts saranno prese in considerazione dalla federazione che riadatterà il proprio protocollo per riprendere gli allenamenti di squadra dal 18. Poi resterà la necessità di definire la riapertura del campionato, su questo vorrei essere chiaro: il campionato se riprenderà sarà perché ci sarà una successione di protocolli per avere la sicurezza di tutti. Non era possibile in un nessun modo decidere in fretta o su spinte strumentali. L’incertezza riguarda tutti, gli unici che hanno deciso sono sugli stop di Francia e Olanda mentre gli altri hanno man mano rinviato per valutare la curva di contagi. Il Governo tiene una linea coerente e prudente mentre gli stessi presidenti ed opinionisti hanno cambiato in fretta opinione. Le pressioni non ci condizionano. Molti si chiedono perché non chiudere un supermercato se una cassiera risulta positiva, rispetto al calcio, ma nel supermercato è possibile usare sistemi di protezione e distanze, il calcio è uno sport di contatto. Non si può contestare e non si può sottovalutare questo problema che ha portato già diversi calciatori in quarantena.

Siamo tutti consapevoli che la necessità di terminare il campionato è economica, da cui dipende tutto il sistema e da club fortemente indebitati. Lo sport non è solo calcio, tutti gli altri devono riprendere gli allenamenti e per questo proponiamo ulteriori linee guide, a partire da quello di base ed i centri dalle palestre ed i circoli sportivi. Proporrò la riapertura di tutte le attività entro il 25 maggio, magari anticipando col comitato tecnico-scientifico ma non oltre il 25 maggio.

Qualcuno si è chiesto come mai se in un supermercato una cassiera risulta positiva non si chiude il negozio mentre nel caso di una squadra si prescriva che vada tutta in quarantena. La risposta è banale, nel supermercato è possibile tenere il distanziamento e utilizzare le mascherine, al contrario nel calcio che è per sua natura uno sport nel quale non è possibile. I calciatori devono marcarsi e assembrarsi in area di rigore. Per questo nasce l’autoisolamento per tutti”.-tuttonapoli.net-

 

 

Lautaro Martinez ha scelto il Barcellona e l’affare difficilmente sfumerà, così l’Inter ha bisogno di un altro attaccante. Il nome caldo è quello di Dries Mertens. L’edizione odierna del Corriere dello Sport fa sapere che, stando ai rumors, ci sarebbe già intesa per il contratto, con stipendio da 4,5 milioni a stagione, mancherebbero solo alcuni dettagli da raggiungere, come l’intesa per il premio alla firma e altri bonus da aggiungere. Ma i discorsi sono già avanzati. L’Inter, col giocatore in scadenza, aveva fiutato l’affare già mesi fa, ora è tornato alla carica. Ma anche il Napoli non ha perso le speranze. -tuttonapoli.net-

 

 

Con Callejon via servirà un nuovo esterno destro, l’ultima idea è Riccardo Orsolini, 23 anni, attaccante del Bologna. Nonostante il club emiliano non voglia privarsene, un primo sondaggio l’ha già fatto, il Napoli, sentendo il procuratore del ragazzo, Donato Di Campli. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport fa sapere che la chiacchierata è stata confermata dallo stesso manager che ha ammesso pure che non è soltanto il Napoli ad essere interessato al suo assistito, ma diversi altri club di serie A. Prima che il Covid 19 imponesse la sospensione del campionato, il valore di mercato di Orsolini si aggirava intorno ai 20 milioni di euro. Due mesi dopo, la valutazione non è cambiata, ma al ds napoletano l’investimento piace.-tuttonapoli.net-

 

 
Manuel Garcia Quilon, agente di Callejon, ha commentato a Kiss Kiss Napoli le voci sul futuro dell’attaccante spagnolo che è in scadenza di contratto: “Con il Napoli non ci sentiamo da un bel po’ di tempo. Non ci sono novità sul rinnovo. Dalla Spagna si sono fatti avanti già 2/3 club importanti”.-tuttonapoli.net-

 

 
Il Napoli si prepara all’eventuale addio di Arek Milik e lo fa sondando il terreno. Tra i tanti attaccanti corteggiati ce n’è uno che ha convinto da mesi la dirigenza: si tratta di Sardar Azmoun, iraniano, 25 anni, dello Zenit. L’edizione odierna del Corriere dello Sport fa sapere che la società azzurra lo ha avvicinato già lo scorso inverno per capire l’effetto che gli fa un eventuale trasferimento: per ora non c’è posto per lui, essendo extracomunitario, ma da qui ai prossimi mesi tante cose potrebbero cambiare e una casella si potrà anche liberare.-tuttonapoli.net-

 

 
Ottavio Bianchi, ex allenatore del Napoli, ha parlato ai microfoni di Marte Sport Live: “Finalmente sono uscito a fare una passeggiata dopo un lunghissimo isolamento. Il mio libro? Esce domani. La prefazione è di Gianni Mura. Ci siamo sentiti poco tempo prima della mia scomparsa. Ha anche trovato il titolo, era un grande amico e un punto di riferimento per tutti i giornalisti. Era davvero un grande uomo. Maradona come Monzon? Bisogna leggere il contesto. A Diego ho detto tante cose, sono molto affezionato a lui. Era una gioia vederlo in campo. Aveva tanta pressione e nel mio piccolo ho provato a metterlo in guardia. Al di fuori del campo voleva vivere in maniera più intensa e così ha fatto. Mi sono ritirato in buon ordine. Nel mio privato c’è sempre stato poco calcio. La ripresa dei campionati? Non saprei cosa dire. A Bergamo non ci pensiamo proprio, la priorità è la salute. Adesso ci saranno tanti problemi, molto più importanti del calcio. Gattuso? Penso che possa scrivere una storia interessante al Napoli: basta lavorare seriamente, Napoli è cambiata molto rispetto al passato. La società è di prim’ordine”.-tuttonapoli.net-

 

 

 

ROMA – L’Austria riapre alcuni valichi minori con Germania, Repubblica Ceca e Ungheria. Ma non con l’Italia.

E’ la Fase 2 delle frontiere, così come auspicata dalla Commissione europea, con una revoca graduale delle misure restrittive anti-Covid tra Paesi ma anche tra regioni “che hanno profili di rischio simili tra loro”.

Una soluzione che era stata pensata anche per andare incontro all’Italia, che avrebbe potuto dare il via libera alle sue regioni ad alta vocazione turistica. Ma che ora invece rischia l’isolamento internazionale.

L’idea è di procedere ad una politica di accordi bilaterali, che rischia di tagliare fuori il nostro Paese dai flussi turistici. A frenare oggi è l’Austria che riapre ai vicini dell’Est valichi minori, comunque transitabili solo durante il giorno.

Per quelli verso la Germania, per il momento, serve ancora una certificazione da richiedere per email. Mentre dal 15 giugno, “in caso di andamento positivo dei dati”, i confini tra Austria e Germania dovrebbero definitivamente riaprire.

Due valichi cechi aprono invece solo per gli agricoltori con campi oltre confine.

E’ anche arrivato il via libera per il passaggio di pendolari verso l’Ungheria lungo i valichi di Andau e Neumarkt an der Raab.

Nel frattempo l’Austria si sta impegnando ad aprire in maniera graduale le frontiere con Svizzera, Liechtenstein e Paesi vicini dell’Europa orientale, ovvero Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.

Ma l’Italia no. Come annunciato dal ministro del Turismo austriaco Elisabeth Koestinger, “ci vorrà ancora un po’ di tempo”.

“In alcuni Paesi, come l’Italia e la Spagna, sono ancora in vigore limitazioni agli spostamenti interni – ha detto – Per questo motivo la chiusura dei confini per i viaggiatori potrà durare un pò di più”. (Fonti: Ansa, Agi).

 

 
Coronavirus, il modello svedese (e portoghese): niente lockdown.

Ci sarà crisi, ma meno che da noi, ci sono stati morti, ma meno che in Lombardia.

E alla prossima ondata di Covid-19, in autunno, gli svedesi staranno meglio di tutti in Europa. Questo almeno è quanto crede Anders Tegnell, epidemiologo svedese che ha ideato la strategia no-lockdown. E Giampaolo Scacchi riferisce.

Nel primo trimestre 2020, i primi dati sul PIL della Svezia hanno indicato che almeno a marzo ha registrato risultati migliori di gran parte dell’UE. Ovvero un calo di appena lo 0,3% rispetto al 3,8% dell’eurozona.

Non saranno rose e fiori nel prosieguo del 2020. Gli economisti sostengono che sul lungo termine è improbabile che la Svezia possa sfuggire alla grave sofferenza economica del resto dell’Europa. La Commissione europea prevede che quest’anno il PIL svedese diminuirà del 6,1%.

La Riksbank, banca centrale del paese, fa previsioni ancora più cupe. Stima che il PIL avrà una contrazione del 7-10%, con un picco di disoccupazione compreso tra il 9 e il 10,4%.

Una ragione importante è che la Svezia è una piccola economia aperta con una grande industria manifatturiera. Ed è un’economia strettamente legata a quella tedesca.

La Svezia dipende ancora dalla domanda e dalle catene di approvvigionamento in altri paesi. Riguardo all’assenza di lockdown, un economista ha affermato:”Fare il contrario del resto del mondo comporta un vantaggio limitato”.

Volvo Group e Volvo Cars, rispettivamente produttori di camion e automobili, sono stati costretti a interrompere la produzione per diverse settimane. Non a causa delle circostanze in Svezia ma per la mancanza di pezzi e la difficoltà nelle catene di approvvigionamento situate in Europa.

La Svezia ha rifiutato di seguire l’esempio di altri paesi europei. Come ad esempio chiudere causa coronavirus le sue scuole primarie e le materne. Oppure vietare alle persone di uscire di casa. La tesi è che adottare “misure drastiche” non era sostenibile e avrebbe danneggiato inutilmente l’economia.

In Svezia, le scuole primarie e secondarie, i ristoranti, i bar e i negozi sono per la maggior parte aperti, nonostante il coronavirus. Le autorità sanitarie contano sul distanziamento sociale volontario e sulle persone che scelgono di lavorare da casa.

Le scuole per over 16 e le università sono chiuse e sono vietate le riunioni con più di 50 persone ma tuttavia rispetto a qualsiasi altro paese dell’UE rimane un approccio più rilassato.

Secondo Anders Tegnell “la decisione sul lockdown non aveva una base scientifica”, in particolare quella riguardante la chiusura delle scuole.

Ritiene che non ci siano prove che i bambini rappresentino una delle principali cause di contagio.

Tegnell sostiene che i leader europei, temendo che i rispettivi sistemi sanitari vengano sopraffatti, abbiano pensato di dover imitare l’approccio della Cina.

La Cina fu il primo paese a mettere il lockdown totale a causa dell’epidemia.

Il risultato è che la Svezia, con una popolazione di 10 milioni di persone, ha avuto 3.220 decessi più del triplo del numero nella vicina Danimarca, Finlandia e Norvegia. I tre Paesi, in totale tra loro hanno una popolazione di 15 milioni di persone.

Ma fra un quarto e un quinto della Lombardia che, con una popolazione analoga, ha registrato oltre 14 mila morti.

In questa fase della pandemia, le statistiche sulla morte pro capite mostrano che la Svezia è dietro solo a Regno Unito, Italia, Belgio e Spagna.

In Svezia, i dati sull’uso dei trasporti pubblici, delle carte di credito e dei ristoranti mostrano un’enorme flessione poiché le autorità esortano le persone a lavorare da casa, quando è possibile, e a mantenere il distanziamento sociale.

Ma il calo è stato meno brusco rispetto ad altri paesi in totale lockdown.

Tegnell stima che a Stoccolma, entro la fine di maggio, il 40% delle persone sarà immune al Covid-19 dando così al paese un vantaggio contro un virus con il quale “dovremo convivere per a lungo”.

Quando, in autunno, ci sarà una seconda ondata, la Svezia avrà un alto livello di immunità e il numero di casi sarà probabilmente abbastanza basso”, ha dichiarato Tegnell al Financial Times.

“Ma la Finlandia avrà un livello molto basso di immunità. Dovrà rientrare in totale lockdown?”.

La speranza di molti paesi è di poter contenere la diffusione fin quando non sarà scoperto un vaccino.

Ma ci vorranno “anni” per svilupparne uno e prima che possa essere somministrato a un’intera popolazione.

Secondo Tegnell, “ci vorrà molto più tempo di quanto pensiamo. E alla fine, non sappiamo quanto sarà efficace. È un’altra ragione per mettere in atto una politica sostenibile”.

Come in Italia, anche in Svezia il tasso più elevato di mortalità è stato nelle case per anziani. In Svezia, Tegnell dà la colpa ai “problemi di qualità” di chi fornisce assistenza, spesso aziende private.

In Italia, invece li hanno infettati imbottendo le case di cura di malati di coronavirus. blitzquotidiano.it

 

 

 

Secondo quanto reso noto dall’Unità di Crisi Regionale, su 3.117 tamponi eseguiti ieri in Campania, 15 sono risultati positivi al COVID 19. Il totale dei contagi è arrivato a 4.630. Su 1.150 viaggiatori provenienti da altre regioni, a nessuno è stata rilevata una temperatura pari o superiore a 37,5; due sono risultati positivi al test rapido praticato a 98 di essi, mentre nessuno è risultato positivo al tampone. Sempre ieri al Molo Beverello, durante i controlli agli imbarchi per le isole, 5 persone non sono state fatte partire perché avevano la febbre anche se negative al COVID ai test rapidi.-radiomarte-

 

 

Un’azienda bufalina di Grazzanise, in provincia di Caserta, del valore di circa 2mln di euro, appartenete ai fratelli del boss Michele Zagaria, Antonio e Carmine, è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza di Napoli. Gli inquirenti ritengono che l’azienda abbia consentito alla famiglia di reimpossessarsi di un’altra impresa, della madre, da tempo in amministrazione controllata perché già colpita da misure giudiziarie. Alla realizzazione di tale progetto hanno partecipato anche i fratelli Antonio e Fernando Zagaria, omonimi e non parenti dei componenti il clan camorristico, per consentire all’organizzazione di proseguire un’attività particolarmente remunerativa. L’azienda sequestrata è composta da stalle, locali per la mungitura, depositi per i mangimi. Erano inoltre presenti attrezzature agricole e per la mungitura e circa 350 capi di bestiame.-radiomarte-