[Johan Cruijff]

“Nel 1965, alcuni mesi dopo il mio debutto in trasferta contro il GVAV a Groningen, l’Ajax mi offrì il mio primo contratto da professionista.
Firmai il contratto in presenza di mia madre e, quando uscimmo dalla sala della dirigenza, le dissi subito che da quel giorno non avrebbe più pulito gli spogliatoi del club. Non volevo che lavorasse in una stanza che io poco prima avevo contribuito a sporcare.
Tuttavia a casa dovette lavare la mia divisa ancora per un po’. Non potevamo permetterci una lavatrice, dovetti prima mettere da parte dei risparmi per qualche mese.
Oggi è forse difficile immaginare come ai tempi, per quanto fossi una stella della squadra, dovessi comunque portare a casa la roba sporca dopo un
allenamento nel fango.
Ma è un’esperienza formativa.
Ti insegna a trattare bene la tua divisa, a tenere pulite le scarpe. Ti forma come persona.
Da allenatore ho provato a trasmettere questo insegnamento ai ragazzi delle giovanili, sottintendendo che quando sei tu a pulire le scarpe, scopri quali tacchetti usi e migliori la sensibilità per i materiali.
Inoltre speravo di sviluppare in loro il rispetto e la buona educazione. Se non funzionava, quando allenavo prima l’Ajax e poi il Barcellona, facevo pulire lo spogliatoio a gruppi di due o tre ragazzi, per rafforzare il loro senso di responsabilità”.
[Johan Cruijff]
Fonte: autobiografia “la mia rivoluzione”