Mario Sconcerti

“Quello che è veramente cambiato oggi è l’accesso alla professione di calciatore. 20, 30, 40 anni fa, tutta
l’Italia dei ragazzi giocava a pallone.
Per strada, nei cortili, nei campi, negli oratori.
Si giocava dove si poteva e con mezzi di fortuna. Tutte le città erano piene di strani signori oscuri e un po’ ingobbiti che un giorno venivano a offrirti di giocare in una squadra qualunque, piccola ma vera, e soprattutto su un campo finalmente vero.
Ora giocare a calcio è impossibile. Non ci sono più prati, non ci sono più cortili.
Le strade sono intasate di traffico, gli oratori esistono quasi soltanto nei paesi.
Per giocare al calcio oggi bisogna pagare. E’ incredibile, ma vero. Bisogna andare in una scuola calcio e pagare una retta.
Di sicuro non è il trionfo di uno sport popolare.
Pagare per giocare toglie molta spontaneità al divertimento del ragazzo e lo lascia nelle mani dei genitori.
Prima correre su un prato era una vittoria di ogni bambino. Se quella corsa oggi è pagata dal genitore la gabbia resta chiusa.
Queste nuove procedure hanno reso sbagliata e complessa l’iniziazione al calcio. E’ meno competitivo il vivaio.
Un calcio privato è più nelle mani di chi lo mantiene che di chi ha qualità per giocarlo.
La televisione ha diffuso l’idea che tutti sono esperti
perchè tutti vedono molto calcio. Si sono appresi modelli di gioco e di comportamento. Se guardate una partita fra ragazzi di 13 o 15 anni, vedrete che si comportano come i calciatori di serie A.
Quando subiscono un fallo gridano e soffrono come se avessero una telecamera fissa sul volto.
In compenso, se vi capita di giocare una partita
fra uomini maturi, vi accorgerete che tutti sanno dove mettersi, che un’idea logica di gioco, un’organizzazione, nasce subito spontanea.
Un esercito di imitatori felici.
Nessuno si vergogna, qualunque fisico ormai si
ritrovi. Perchè tutti sono convinti di saperne abbastanza per non sfigurare.”
[Mario Sconcerti – libro: “Baggio vorrei che tu Cartesio e io…”]
Caro Mario, hai lasciato un grande vuoto nel mondo del giornalismo e in quello del calcio… ci mancherai tanto. ❤️