Sebastien Frey

“Quando Sinisa Mihajlovic è arrivato a Firenze sono stata la prima persona che ha chiamato perché ero il capitano.
Gli ho detto come funzionava Firenze, tra me e lui c’è stato un grande feeling. Calciava le punizioni come nessuno, non sono mai riuscito a dirgli che era il migliore nel tirarle, dopo gli allenamenti ci fermavamo sempre e le calciava, io dovevo parare ma era molto difficile.
Si è sempre sentito un privilegiato, non concepiva quando vedeva qualcuno entrare in campo svogliato, resterà sempre una bella fonte di ispirazione nel mondo del calcio, le sue parole rimarranno per sempre.
Negli ultimi tre-quattro anni di carriera mi sono accorto che questo mondo mi appartiene sempre di meno. Quando ho cominciato a giocare a calcio c’era rispetto. La parola di una persona aveva lo stesso valore di una firma, ora non contano più neanche le firme.
I ragazzini, dagli undici anni in poi, hanno in testa le cose sbagliate. Pensano di essere Messi o Cristiano Ronaldo. Vogliono la macchina grossa, le scarpe con il nome sopra, non pensano al calcio.
Ma io non so cosa darei per tornare all’età in cui pensi soltanto a portare il pallone e ad andare a giocare con gli amici.
Quando sono andato a giocare all’Inter, era come essere in una famiglia.
Non voglio dire che trattassero Frey come Ronaldo, ma a livello umano eravamo tutti uguali.
Oggi questo si è perso.
La mia ultima esperienza in Turchia al Bursaspor è stata la botta definitiva: avevo un’altra stagione di contratto, ma non volevo avvelenare il ricordo che ho del calcio. È stato la mia vita, non posso andare in campo solo per prendere lo stipendio”.
Buon compleanno Sebastien Frey… ❤️
Fonte: Salotto dello Sport/Corriere dello Sport
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