Accadde oggi

Mercoledì 25 gennaio 1995. Ormai la pay TV si è fatta largo a gomitate nel panorama calcistico, anche italiano. E nel primo anno in cui sono ben tre i punti in palio per la vittoria, segna uno spartiacque notevole per tutti gli appassionati. Di lì a poco arriverà l’ora dei numeri personalizzati, e addio a un pezzo di tradizione. Tele + è il nome dell’emittente privata che trasmette decodificando codici criptati. La partita è rigorosamente quella che si gioca con luce artificiale, dopo cena. E spesso è il match clou. Considerata la ritrosia al cambiamento e al dover tirar fuori quattrini di tasca propria per qualcosa che è sempre stato fruibile gratuitamente, l’italico appassionato scende al bar più vicino per vedersi la partita, consumando un caffè o un gelato, e il bar fa pienoni d’incasso con cui ripagarsi ampiamente il decoder e la parabola. Alla nona di andata (avete capito bene, nona: il maltempo ha colpito ancora, e così con più di due mesi di ritardo finalmente si gioca) è in scena al Delle Alpi il derby della Mole: la Juve è ospite di un Toro che da ben tre anni non vince un derby. È lanciata verso un rinnovamento nato dalle ceneri della scoppola di Foggia di poche giornate prima. Massimo Marianella fa entrare tutte le sale affumicate dei bar in clima partita, con quella squillante ed entusiasta voce, guidata da un database smisurato su vita, gol e miracoli di tutti i 39 protagonisti dell’agone, se contiamo panchine, allenatori e arbitro. Amendolia fischia e si parte a mille all’ora: dopo otto minuti siamo già 1-1, perchè a un diagonale secco di Rizzitelli risponde Luca Vialli immediatamente di rapina. Sembra una questione personale fra i due, come in una gara di tennis fra un game e laltro, perchè Rizzitelli sfrutta di testa la sponda di pennellone Silenzi, ma anche stavolta passano due minuti e il basettato nove juventino dribbla in bello stile Pastine e sembra voler dire ” fermo lì, dove credi di andare?”. Il quasi eroe di Mosca, però, stasera vuole diventare eroe appieno, e allora smarca Angloma, proiettatosi in avanti, di tacco. L’esuberante terzino arruffa una conclusione addosso a TYson Peruzzi, ma per sua fortuna la palla rimane lì e lui può spedirla in fondo al sacco, così da far sussultare Sonetti e la Maratona. Ma Madama è dura a morire, e quando Amendolia fischia un rigore ai bianconeri, sembra dover perdurare l’astinenza da supremazia della città. Ma Ravanelli spara troppo centrale, e Luca Pastine azzecca la parte giusta e si garantisce un posto nel libro della storia dei derby. Tribolato, sofferto, pirotecnico e mozzafiato, come ogni singolo momento di tifo granata.
Marco Murri

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