Davide Astori

“Mammi, ma perché il mio papà è dovuto andare via?”
“Perché aveva una bua grande al cuore e qui non stava più bene.”
“Ma è morto?”
“Sì, un giorno si è addormentato e non si è più svegliato”.
Dal primo giorno della nostra nuova esistenza, ho deciso che non avrei mai mentito a Vittoria, che non l’avrei mai illusa, che le avrei sempre detto la verità.
Il giorno in cui Davide è morto, mi sono ritrovata in una macchina da Firenze a Udine senza davvero comprendere cosa stesse accadendo.
È stato un viaggio infinito, surreale.
Quando sono entrata nell’obitorio, Davide era disteso su un lettino al centro della stanza. Le pareti erano fredde, le luci erano fredde, l’aria era fredda, l’alluminio del lettino era freddo. Era coperto da un lenzuolo bianco che gli lasciava scoperte appena le spalle e la testa.
Era bellissimo, sembrava semplicemente dormire.
Mi sono tolta la giacca, l’ho appoggiata su un altro lettino e l’ho abbracciato.
Ho sentito per primo il suo odore, come quello del mattino al risveglio, e poi ho sentito come il suo corpo fosse ghiacciato, gelido e rigido.
Ho sciolto l’abbraccio e sono andata a sedermi dall’altra parte del lettino, nella direzione in cui aveva il volto girato.
Le labbra rilassate e i denti più bianchi del solito, gli occhi socchiusi, le sue ciglia così curve che li proteggevano. I suoi capelli di sempre, morbidi e scuri, la linea delle spalle nude.
Era Davide, ma sapevo che non era più lui.
Da allora ho smesso di cercare il senso delle cose, ho smesso di interrogarmi sullo scopo del destino, sull’utilità del dolore.
Io ho deciso di cercare Davide nei sogni con cui arredo il mio futuro e quello di Vittoria.
Se Davide è vivo in ogni cosa che sono e che faccio, allora si merita che io sia e faccia i sogni migliori.”
Un racconto da brividi quello di Francesca Fioretti, compagna dell’indimenticabile Davide Astori.
Oggi 5 anni senza il nostro capitano. Ci manchi… ❤
Fonte: libro “Io sono più amore”