[Maurizio Schillaci]

“Giocavo con la Lazio e oggi vivo in una Panda.
Non ho avuto la fortuna degli altri calciatori.
Non ho avuto la vita come loro. Non mi sono per nulla divertito.
Mi dicevano che ero un malato immaginario, che ero cronico e che non avevo carattere. Invece, io ho sempre avuto a cuore gli allenamenti.
I medici sociali mi hanno rovinato. Questo, dopo tanti anni, ancora non mi va giù.
Dicevano che non avevo voglia di giocare, la realtà è che avevo lo scafoide del piede destro lesionato e in necrosi. Per un anno ho continuato a dire che stavo male, ma nessuno mi credeva.
Alla fine per farmi fare finalmente una stratigrafia ho dovuto attendere il mio successivo trasferimento al Messina, in Serie B.
Se sarei potuto arrivare in Nazionale?
Lo lascio dire agli altri, a chi mi ha conosciuto calcisticamente. Non sono un presuntuoso. Anzi, a dirla tutta mi sarei anche stufato di quello che si dice su di me, come per esempio che ero più forte di mio cugino (Totò Schillaci ndr).
Non me ne importa più niente, e in ogni caso anche se fosse vero io non lo direi mai.
Perché non ho trovato lavoro? Ho 60 anni e ho giocato solo a pallone, chi mai mi assumerebbe?
Il calcio mi ha dato tanto ma mi ha tolto ancora di più. Per questo ora non lo guardo, me ne sono distaccato radicalmente.
Finché giochi tutti ti amano, ma quando smetti ti ritrovi da solo. È il vuoto.
Adesso vivo per strada, dormo in una Panda.
Nonostante tutto, però, la vita è bella”.
[Maurizio Schillaci]
Fonte: Fanpage