Fabio Capello

“Questo mondiale è il torneo in cui si celebra la fine del tiki-taka. La Spagna ha detto addio al falso nueve.
Si tratta di una formula che può funzionare in alcuni casi e in alcuni contesti, ma non può diventare sistema.
La figura del centravanti resta fondamentale. Possesso palla? Qui si torna a un mio vecchio concetto: il possesso palla, quando non è sorretto dalla velocità, diventa stucchevole e improduttivo.
Il calcio di Guardiola si è evoluto rispetto a dieci anni fa. E in ogni caso, vogliamo ricordare che quel Barcellona aveva fuoriclasse come Messi e Iniesta da aggiungere a quel copione?
Il Marocco mi è piaciuto perché mi ha dato l’impressione di una nazionale quadrata, attenta alla fase difensiva e rapida in quella d’attacco.
Nelle sette partite di gestione del nuovo allenatore, Walid Regragui, ha subito solo un gol e non ha mai perso.
Ci sono diversi fattori che consigliano di prendere sul serio questo gruppo.
Se devo indicare un nome, oltre a quelli risaputi di Ziyech e Hakimi, suggerisco quello di Amrabat.
È fondamentale per l’equilibrio generale e grande corridore: leggo che ha percorso oltre quattordici chilometri contro la Spagna.
Lo considero il Gattuso del Marocco.”
[Fabio Capello]
Fonte: Il Messaggero