Jamie Vardy

“Era il 2010 e giocavo nello Stockbridge.
Per conquistare la promozione dovevamo battere il Belper e nessuno voleva lasciare nulla al caso perché per il club era davvero una grande occasione: l’allenatore Brett era così preoccupato che potessi uscire a sbronzarmi la notte prima che mi obbligò a rimanere a casa sua e a dormire sul divano.
Il ricordo di un incidente in particolare alimentava la sua preoccupazione: durante quella stagione, la notte di Capodanno mi ero messo a ballare sui tavoli del Malin Bridge Inn ed ero tornato a casa barcollando all’alba dello stesso giorno in cui dovevamo giocare in trasferta contro il Goole.
Non posso nemmeno dire che mi feci prendere la mano, ero uscito con la precisa intenzione di salutare il 2009 completamente ubriaco.
Arrivai tardi alla partita, e non era da me. Dopo una sbronza di quel genere, di solito mi davo malato, al lavoro, ma alle partite ero sempre presente e puntuale. Provai a cavarmela dicendo che non ero riuscito a trovare il campo, ma Brett non era stupido, aveva capito esattamente che cos’era successo dal momento in cui avevo messo piede nello spogliatoio, e così tutti gli altri.
Ci vedevo doppio, non riuscivo a connettere e avevo un aspetto terribile, così mi cambiai tenendo lo sguardo basso.
Non so che cosa gli altri si aspettassero da me quel giorno, ma durante l’intervallo mi sembrò di capire che nessuno avrebbe indagato su che cosa avessi fatto la sera precedente, dato che avevo segnato due gol e stavamo vincendo 3-0.
Il mio secondo gol, un tiro di sinistro da circa 25 metri che si insaccò nell’angolino alto, fu uno spettacolo; Brett lanciò un’occhiata a Darren Schofield, il nostro terzino sinistro, e iniziò a ridere.
Non so che cosa ne pensasse ma di sicuro non poteva rimproverarmi nulla.”
[Jamie Vardy – autobiografia “Dal nulla la mia storia”]
Con questo simpatico aneddoto, auguriamo a tutti un sereno e felice anno nuovo… ❤️